Salute: la Finlandia è il miglior paese al mondo per madri e figli, e l’Italia?

Il 15° Rapporto di Save the Children sullo Stato delle Madri nel Mondo ha analizzato le condizioni di mamme e bambini in 178 paesi: le nazioni in fondo alla classifica negli ultimi anni hanno vissuto un conflitto o una catastrofe naturale.

Ancora una volta il Nord Europa è in testa allo Stato delle madri nel Mondo di Save the Children, la classifica dei Paesi dove lo stato di salute della madre, il livello di istruzione, le condizioni economiche, politiche e sociali garantiscono il benessere alle mamme e ai loro figli. Sono infatti Finlandia, Norvegia e Svezia che si aggiudicano il podio nella 15esima edizione del rapporto dell’organizzazione internazionale indipendente dedicata dal 1919 a salvare i bambini e a promuovere i loro diritti, seguiti da Islanda, Paesi Bassi, Danimarca, Spagna, Germania, Australia e Belgio (questi ultimi due a pari merito).

Al contrario sono tutti dell’Africa sub-sahariana, quelli che si collocano in fondo alla classifica, con i coda la Somalia, preceduta dalla Repubblica Democratica del Congo (RDC) e, a pari merito, da Niger e Mali, che ottengono punteggi molto scarsi per ognuno dei 5 indicatori su cui si è basato il 14° Rapporto di Save the Children sullo Stato delle Madri nel Mondo: salute materna e rischio di morte per parto, benessere dei bambini e tasso di mortalità entro i 5 anni, grado di istruzione, condizioni economiche e Pil procapite, partecipazione politica delle donne al governo. Immediatamente prima, tra gli ultimi dieci (a partire dal migliore), Costa d’Avorio, Ciad, Nigeria, Sierra Leone, Repubblica Centrafricana, Guinea Bissau.

Quest’anno l’Italia fa un passo in avanti, portandosi dal 17° all’11° posto, cambiamento dovuto sostanzialmente all’aumento della presenza delle donne al governo (passato dal 20,6% della scorsa edizione al 30,6% del’ultima).1

I confronti tra i paesi ricchi e i paesi in via di sviluppo sono ancor più stridenti se si esaminano i singoli indicatori. Se in Svezia (3° posto) una donna su 14.100 rischia di perdere la vita per cause legate alla gravidanza o al parto, in Chad (170° posto) accade ad una su 15. Un bambino su 5 in Sierra Leone (172°posto) rischia di morire prima di aver compiuto 5 anni, mentre in Islanda corre questo rischio solo uno su 435 (4° posto).

Per quanto riguarda l’Italia, il rapporto di Save the Children, quest’anno il nostro paese passa dal 17° all’11°posto, sostanzialmente grazie ad un aumento sostanziale della percentuale media di partecipazione delle donne al Governo del Paese, passata dal 20,6 della scorsa edizione del rapporto all’attuale 30,6%, dato che tuttavia rimane inferiore a quello di paesi come l’Angola (36,8%), il Mozambico (39,2%), Timor leste (38,5%). Secondo i dati, le condizioni di salute delle mamme e dei bambini si mantengono a livelli alti (il tasso di mortalità femminile per cause legate a gravidanze e parto è pari a 1 ogni 20.300, quello di mortalità infantile è di 3,8 ogni 1000 nati vivi), come abbastanza alto è il livello di istruzione delle donne, pari a 16,3 anni di formazione scolastica. Al contrario subisce un decremento il reddito nazionale pro capite, che passa da 35.290 a 33.860 euro.

Tratto dal sito Web www.savethechildren.it

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